Storia

L’azienda Fratelli Addimanda da diverse generazioni coltiva i propri vigneti esclusivamente nel cuore dell’Irpinia, nel Comune di Taurasi, continuando un percorso già avviato dai propri avi. Oggi Gianluigi insieme ai fratelli Franco ed Olga curano con passione ogni dettaglio, dai vigneti alla cantina, dal grappolo alla bottiglia, e così il vino esprime l'essenza del territorio, i sapori di una terra forte e antica e la passione di una famiglia che ama il proprio lavoro. Nel bicchiere si può sentire tutto il vivere con la natura, le stagioni, la resistenza ai cambiamenti del clima, la gioia della vendemmia, il sacrifico del lavoro nei campi ed il rispetto per la Terra. Resistere ed evolversi, andar per campi ma con uno sguardo nuovo, al passo con i tempi rimanendo sempre fedeli alle tradizioni di famiglia e del territorio.

IL TERRITORIO

L’Irpinia è terra dai profili marcati e dai sapori forti e l’Aglianico ne rappresenta la parte più autentica. L’arte di produrre vino, in Irpinia, era conosciuta fin dall’epoca dei Romani, quando dalla Campania Felix nasceva il “nettare degli dei” per finire sulle tavole di patrizi per feste e baccanali. La coltivazione e la produzione delle tre varietà DOCG rimarcano la ricchezza e l’autenticità delle terre irpine. Dalle dolci colline che fiancheggiano il fiume Calore, dimora la vitis ellenica, il vitigno aglianico di Taurasi che restituisce in un nobile rosso una “raggiera” di elementi unici. Il grande valore paesaggistico e di biodiversità, le numerose testimonianze delle antiche civiltà che qui vissero e transitarono, l’antica Ferrovia Avellino-Rocchetta rinsaldano questo patrimonio. Tutti i vigneti dell’Azienda Fratelli Addimanda si trovano in aree con ottima esposizione e microclima tipico della media valle del Calore e con terreni di origine vulcanica e argilloso-calcarei.

I VIGNETI

L’azienda agricola Fratelli Addimanda è fortemente impegnata nella difesa e nel recupero di alcuni ecotipi autoctoni della Regione Campania attraverso la coltivazione e la diffusione del vitigno Roviello Bianco, quasi completamente estinto e l’Aglianico di Taurasi, entrambi originati da ceppi plurisecolari e capaci di riservare inattese e piacevoli sorprese al palato. Le produzioni agricole tradizionali campane sono caratterizzate da una cospicua diversità genetica, dalle quali purtroppo, numerose varietà di vitigni “minori” rischiano di scomparire dal panorama ampelografico nazionale e dalla tradizione vitivinicola locale con un conseguente impoverimento di caratteristiche varietali, morfologiche e genetiche uniche ed irriproducibili. Ogni vitigno autoctono presenta una sua caratteristica e una distintiva forma e colore del grappolo, dell’acino e delle foglie, conferendo al vino, da esso ottenuto, alcune caratteristiche organolettiche uniche, che sono tipiche del vitigno stesso e che le differenziano dagli altri. La coltivazione, la riscoperta e la difesa di questi vitigni autoctoni permette la creazione di prodotti di qualità, a denominazione locale, che arricchiscono il patrimonio vitivinicolo globale conferendo al vino ottenuto una tipicità specifica e dalle proprietà organolettiche originali, e garantiscono inoltre la conservazione della specie e la varietà genetica. I Fratelli Addimanda con grande lavoro, fin dal 2003 stanno reimpiantando i propri vigneti partendo dai ceppi di cultivar autoctoni plurisecolari e prefillosserici presenti nei vigneti a Starseta (la starseta è la tipica struttura di allevamento vitivinicolo di antiche origini, dove le viti venivano maritate ad altre piante da frutto). Da questi patriarchi di vite è stato prelevato il materiale genetico di base, riprodotto ed allevato in camere di forzatura, poi reimpiantate nei terreni aziendali ed infine coltivate con moderne tecniche di allevamento a spalliera. La scelta delle differenti tipologie di cultivar da impiantare è stata fatta in base alla natura ed alla composizione dei singoli appezzamenti di terreno che rispetto ad essa ospitano il Roviello Bianco o in alternativa l’Aglianico di Taurasi, le uniche cultivar coltivate in azienda ed entrambe provenienti dai patriarchi che attualmente ancora sopravvivono in azienda. Per limitare al massimo le contaminazioni da fattori esterni, tutte le operazioni sono state svolte unicamente in azienda ed esclusivamente dalla famiglia Addimanda. Gelosi custodi di antiche tradizioni viticole tramandate dai propri antenati vignaioli, da generazione in generazione, combinandole sapientemente alle nuove acquisizioni tecnologiche. Ad oggi l’azienda è costituita da circa 8 ettari di vigneti alcuni reimpiantati e condotti con moderne tecniche di allevamento a spalliera altri che conservano il vecchio sistema di produzione a raggiera per preservare la tradizione e la tipicità varietale dei ceppi centenari. Di questi 3 ettari sono coltivati a Roviello Bianco o Grecomusc’ (così come veniva chiamato dagli antichi custodi) con il sistema di allevamento a Guyot e 5 ettari sono coltivati ad Aglianico di Taurasi con il sistema di allevamento a cordone speronato ed in parte a raggiera. I risultati di questo lungo ed esaltante lavoro in campo sono stati pigiati nei vini e messi a riposare nelle bottiglie custodite in azienda.

LA CANTINA

La cantina Fratelli Addimanda è situata nel casale storico di famiglia dove da secoli si svolgono tutte le operazioni di vinificazione. Si parte dalla vendemmia che viene effettuata tra i mesi di ottobre-inizio novembre, soltanto a completa maturazione fenologica e con rigorosa raccolta a mano per preservare l’integrità dei grappoli. Le uve trasportate in cantina, vengono diraspate, pigiate e sottoposte a fermentazione con lunga macerazione delle bucce. Segue la trasformazione malolattica e la maturazione in barrique e tonneaux di rovere francese per un periodo di 12/18 mesi per i Campi Taurasini, 14/18 mesi per il Taurasi, a seconda dell’annata. Le uve di Roviello Bianco, invece, anch’esse raccolte a mano e al momento della loro maturazione ottimale, vengono velocemente trasportate in cantina per essere diraspate, pigiate e sottoposte a fermentazione a temperatura controllata. A fine fermentazione vengono travasate in contenitori inox dove evolvono per circa 10 mesi su fecce fini.

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